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3Il presente volume tratta del dramma di Luigi XVI, una delle figure storiche il cui giudizio è stato assai spesso oscillante tra il negativo e la commiserazione, come se si trattasse di un uomo di scarse capacità politiche benché gli si riconoscevano qualità umane, ma non adatte al mestiere di Re. Una tragedia che coinvolse tutta la sua famiglia: dei cinque componenti imprigionati al Tempio solo la figlia, Maria Teresa Carlotta, ne uscì viva. Luigi XVI non era machiavellico, non gli si addice la metafora del "centauro" del "mezzo uomo e mezzo bestia", cioè la necessità per un principe di servirsi, per la sua azione politica, sia delle leggi, che sono proprie dell'uomo, sia della forza, che di per sé sarebbe pertinente alla bestia, che si esplicano in comportamenti politici da "golpe e lione", ovvero astuzia, furbizia e forza. Spesse volte si è detto che se, a tempo debito, avesse fatto tagliare qualche testa o mandato in esilio qualche stretto parente, forse, non avrebbe perso il trono. Col senno di poi si possono fare tante congetture, ma chi ha vissuto quei momenti testimoniava che si era creata in Francia una frattura totale e radicale. Era stato profetico Luigi XV ad esclamare: "dopo di me il diluvio", rendendosi conto di quale pesante eredità stava caricando il nipote. Luigi XVI ha vissuto segnato da un'epoca di grandi cambiamenti: politici, istituzionali, sociali e persino spirituali.