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8Berendt scriveva di Mingus: Può esprimere il suo odio verso la gente attraverso la musica e, siccome lo fa in modo così convincente, niente da dire. Ma quando l'odio si esprime nel suo comportamento diventa penoso e imbarazzante. Nella vita del contrabbassista di Nogales non ci furono solo gli sbalzi d'umore, ma anche trionfi e ricadute sul piano della carriera, che fu frastagliata ed incostante concentrando il meglio nell'arco di una decina di anni abbondanti che vanno dalla seconda metà degli anni Cinquanta ai tardi anni Sessanta, quando la presa di coscienza afro-americana generò inedite modalità comunicative recuperando un linguaggio vicino al soul, al funk e alle forme responsoriali di derivazione gospel, attraverso una dinamica che fisserà i punti di ancoraggio e le formule espressive dell'hard bop. Il blues sarà il punto cardine, ma elementi folklorici e rimandi alla musica colta andranno sempre più ad aggiungersi all'universo compositivo di Mingus. In quasi vent'anni il contrabbassista ha generato una curva creativa ascensionale e sempre al massimo della potenza espressiva e compositiva, per poi precipitare in un baratro di problemi finanziari, personali e psichiatrici, quindi di rientrare in pompa magna sulle scene ancora per pochi anni, prima che la malattia acquietasse il suo prorompente e belluino carattere e la sua incontenibile e vulcanica inventiva. In questo libro, che non vuole essere l'ennesimo racconto della controversa vita del contrabbassista, il musicista, l'arrangiatore, il band-leader e il compositore vengono analizzati e raccontati attraverso una cinquantina di album, tra cui i suoi più grandi capolavori. Alcuni trovavano la musica di Mingus inquietante, altri impegnativa e stimolante. In ogni caso l'uomo di Nogales fu in grado di reggere il passo e tenere testa ad ogni nuovo sviluppo evolutivo del jazz, conservando sempre una forte individualità, tanto da evitare l'identificazione con qualsiasi scuola di pensiero. Tra ingegno e follia, tra genio ed imprevedibilità, Mingus incarna la figura del primo vero artista postmoderno della storia del jazz.